Cosa me ne faccio dei miei errori?

Un bambino diventa un adulto quando realizza che ha il diritto non solo di essere giusto ma anche di sbagliare.
— Thomas Szasz

In molte aziende il fallimento è inaccettabile perché è molto radicata la convinzione che chi lavora bene non può fallire. Questo tipo di cultura aziendale porta le persone a cercare in tutti i modi di prevenire o evitare il fallimento, anche a discapito degli stessi obiettivi aziendali, generando perdite di tempo e mancati profitti.

O peggio ancora le persone nascondono i propri fallimenti o addossano le responsabilità a qualcun altro.  Ne consegue un ambiente dove non è possibile confrontarsi apertamente, discutere o esporre le proprie idee.

Il processo di creatività si appiattisce, viene a mancare la fiducia, le persone non si sentono di potersi prendere la responsabilità del loro lavoro.

Poi, per fortuna, c’è una piccola percentuale di aziende, dove gli errori e i fallimenti, sono semplicemente delle conseguenze. “Solo se lavi i piatti puoi rischiare di romperli!”

Quando gli errori e il fallimento assumono le caratteristiche di normalità e accettabilità è perché le persone si trovano all’interno di un sistema che approva e sostiene l’apprendimento, un contesto dove le persone imparano e condividono il miglioramento acquisito generando cooperazione e risultati.

Se potessi scegliere, quale cultura aziendale vorresti per la tua azienda?

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A cosa serve il coaching in azienda?

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Come volete che si sentano le persone quando entrano in azienda?